L'AUTORE
Giuseppe Amato si è laureato in giurisprudenza e ha insegnato filosofia e storia.
E' stato dirigente presso grandi
complessi industriali.
E' appassionato di astronomia, fantascienza
ed è studioso delle religioni,
in particolare del cattolicesimo.
Giuseppe Amato

Desidero ringraziare chi ha consultato questo mio sito
offrendo in omaggio una mia poesia:


E detto questo aggiunse: "Seguimi"


(In questa poesia metto in risalto la nostalgia dei discepoli che, rimasti orfani dopo la morte di Gesù, tornano alla loro vita di sempre, delusi e tristi in una mattina di pesca sul lago. La stessa nostalgia che proviamo noi per non avere qui il Gesù dei vangeli ma quello della Chiesa di Roma)


Tiberiade una mattina del luglio del 34 d.Cr.
Si respira la stessa aria grigia
sulla riva del lago,
all'alba,
la vaga foschia sull'acqua piatta,
il silenzio,
tanta sonnolenza dopo una nottata
ancora una volta
senza aver pescato nulla,
un'afa umida
per la bonaccia sul lago.
Tutto dà un senso di pace
ma anche di svuotamento
della propria vita
e del mondo intero,
che sembra perdere ogni valore
insieme all'incertezza dei contorni
che si fondono nella nebbia
di un mattino senza futuro,
di vivere solo un ricordo,
di credere che sia stato solo un sogno,
di assaporare corposamente
la delusione
per aver vissuto
oltre due anni sconvolgenti
e di trovarsi ora
a ritornare alla vita di sempre:
la pesca faticosa e spesso,
come questa notte, infruttuosa,
una famiglia da mantenere,
la delusione di non aver più l'uomo
che si proclamava figlio di Dio
e che fin dall'inizio avevano sperato
che li avrebbe liberati
dalla schiavitù della miseria
e dalla tracotanza dell'invasore
giunto da Roma.

Ed appare Gesù che li aspetta sulla riva.
E' Giovanni che rivede
dopo oltre settant'anni
con i suoi occhi ogni secondo,
rivive ogni momento di quella mattina
magica ma tristissima
come se fosse oggi.
Vede Gesù quasi di spalle
in piedi sulla riva
e vede la barca con i rematori
che stanno arrancando con fatica
mentre si avvicinano;

lo sguardo sornione di Gesù
(lo si sente quasi sorridere tra sé e sé,
pensando alla sorpresa che sta per fare
ai suoi discepoli,
apparendo loro all'improvviso)
che gode aspettando il momento
della sorpresa.

E lo stesso Giovanni avverte Pietro
(un uomo umile e buono
che non si accorge di nulla)
che si tratta del Maestro.
e Pietro si vergogna della propria nudità,
tanto che si getta dalla barca.
Arrancano
spingendo con i piedi sul fondo
in silenzio,
solo il rumore dello scafo
che striscia sui ciottoli della riva.
Per la vergogna
nessuno osa parlare,
nessuno prova a chiedergli
se è veramente il Maestro
o un fantasma perché teme ancora
una cocente delusione:
sanno chi è ma hanno paura.
Sperano ora che sia Dio
ma temono l'inganno
E la nuova uscita con la barca,
l'obbedienza al Maestro,
l'abbondanza del pesce
e Gesù che li aspetta
col fuoco acceso
e mangia con loro.

Pietro lo ha rinnegato tre volte
la notte della passione
ed ora Gesù gli fa ripetere
tre volte se ama il suo Maestro:
sadismo e redenzione?
Un futuro papa
potrebbe essere peccatore?
"Ma quando sarai vecchio
tenderai le tue mani e un altro
ti cingerà la veste
e ti porterà dove tu non vuoi."
E detto questo aggiunse: "Seguimi".

Giuseppe Amato

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